lunedì 11 aprile 2016

Inventar storie...


La pianta delle pantofole


Giochi di fantasia per inventare storie:

Una storia può nascere da due parole. Due parole scelte a caso. Però occorre saperle scegliere. Devono essere il più possibile l’una estranea all’altra. Poniamo che siano state scelte le due parole: pianta e pantofole; dal loro incontro nasce subito l’immagine di una “pianta delle pantofole”.
Gianni Rodari ha giocato con queste parole creando una buffa storia con un finale aperto…a tante possibilità.

Oggi ho parlato ai bambini di questo scrittore ed è riuscito semplice creare per gioco questa breve e fantasiosa storiella.


La pianta delle pantofole inventata dai bambini di 5 anni

Un bambino di nome Alex indossava spesso un bel paio di pantofole perché aveva sempre freddo ai piedi.
In casa ne aveva tante, almeno 500, tutte diverse tra loro (di pelliccia, di stoffa, con disegni di pirati o Cars o fatine oppure unicorni).
Un giorno, mentre andava a fare una passeggiata, vide un coniglio su un albero e per farlo scendere dovette arrampicarsi sulla pianta ma perse le pantofole che si impigliarono nei suoi rami.
Alex si accorse che senza le pantofole si arrampicava ancora meglio e così riuscì a salvare il coniglio ma non riuscì a prendere le sue pantofole che rimasero, perciò, sulla pianta. Alex si consolò, dicendo: ”Beh, fa lo stesso, tanto a casa ne ho altre paia!”
Le pantofole rimaste sull’albero diventarono, invece, una comoda e calda tana per un piccolo scoiattolo.

 

Abbiamo, poi, letto la storia inventata da Gianni Rodari...e prima di scoprirne il finale d’autore ci siamo messi a pensare a cosa avremmo fatto se noi fossimo stati nei panni del contadino Pietro ed avessimo trovato nel nostro frutteto una pianta piena di pantofole:

Anna – “Le stacco, me le metto, le porto a casa”

Samuele –“Ci si potrebbe fare un negozio di pantofole”

Chiara – “Le può vendere al mercato”

Alex – “Ne stacca poche e le da ai suoi amici”

Fahd – “Le stacca tutte per i suoi amici”

Beatrice – “Anche io le staccherei un po’ per i miei amici…”

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