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martedì 22 aprile 2025

La semplicità







 Nel mondo vegetale, almeno per me, la semplicità è sempre stata associata alle margherite. Quest'anno le margherite riempiono i prati ovunque lasciando un effetto bellissimo nella natura. L'anno della margherita, l'ho chiamato io.

 Ieri, mentre mi beavo al Belvedere (la mia casa natale) nel campo dei miei genitori, mi è scappato l'occhio su questa minuscola chiocciola, risalita lungo lo stelo per fare capolino...o forse un riposino.

La natura riesce sempre a stupirmi!


domenica 8 gennaio 2023

Natura meravigliosa

 Meravigliosa nelle forme...come questo esemplare di fungo Astraeus Hygrometricus, che non avevo mai notato e, cerca cerca, scopri che è un fungo speciale, viene detto fungo "barometro" e si apre, in questa particolare forma a fiore/stella, in particolari condizioni di umidità.

Meravigliosa negli adattamenti come per queste primule che, visto le temperature non particolarmente basse, è stata anticipata la fioritura.




(Monte Aserei, appennino piacentino, 7gennaio 2023)

Al di sopra delle nuvole

 In queste ultime settimane mi è capitato più di una volta di trovarmi a "camminare sopra le nuvole", cioè in quella condizione particolare di addensamenti che dal fondovalle risalgono verso i monti.

Amo moltissimo fotografare queste speciali "mareggiate".


Questi sono addensamenti di nubi che risalgono verso l'alta Val d'Arda (Pc) in un piacevole giro della Befana" fatto con l'amica Lamauratuttoattaccato ed il suo prode Rufillibus.


Nello scendere verso casa mi ci sono immersa dentro e comunque....beata Lamauratuttoattaccato che ha goduto a pieno di una bellissima giornata di sole (noi, stando sul fondo valle, abbiamo vissuto solo nel grigiore.

Ieri, invece, ho partecipato ad una escursione organizzata sul nostro appennino. 

Sul Monte Aserei, spaziando lo sguardo su tre vallate, ancora una volta la magia del "mare di nuvole" ...





Questi sono panorami che predispongono l'animo a positivi pensieri.

BUONA DOMENICA





venerdì 3 giugno 2022

Il potere della speranza

 


“Invincibile estate”

Mia cara,
nel bel mezzo dell’odio
ho scoperto che vi era in me
un invincibile amore.
Nel bel mezzo delle lacrime
ho scoperto che vi era in me
un invincibile sorriso.
Nel bel mezzo del caos
ho scoperto che vi era in me
un’invincibile tranquillità.
Ho compreso, infine,
che nel bel mezzo dell’inverno
vi era in me
un’invincibile estate.
E che ciò mi rende felice.
Perché afferma che non importa
quanto duramente il mondo
vada contro di me,
in me c’è qualcosa di più forte,
qualcosa di migliore
che mi spinge subito indietro.

(Albert Camus 1954)

Asphodelus Albus,  Monte Carevolo (Pc) giugno 2022




lunedì 23 maggio 2022

Fiori ed erbe selvatiche

Cosa possiamo osservare in questa stagione sul nostro appennino?

QUATTRO PASSI, GAMBE IN SPALLA, NELLA VALLE TRIBOLATA

Mi piace camminare nella natura, mi piace respirare a pieni polmoni, mi piace sentirmi stanca ed appagata dopo una camminata in montagna.


Questo week end  ho fatto un bel percorso in una delle valli del nostro appennino (Alta Val Nure) che ancora non conoscevo, la Valle Tribolata.

La natura, in questi mesi primaverili, è un tripudio di colori e di profumi per cui la camminata è stata veramente appagante.

Il giro ha previsto alcune tappe: Rifugio Gaep (Selva di Ferriere), Fontana Gelata, Prato Cipolla, Rifugio Astass, Groppo Rosso, Valle Tribolata, Crociglia Piccolo, Passo del Crociglia.


Stralcio mappa Alta Val Nure, al confine tra le province di PC, PR, GE

Lungo tutto il percorso abbondanti fioriture di Orchidea Sambucina (Dactylorhiza sambucina), chiamata così per il caratteristico profumo di sambuco che emanano alcune piante di questa specie.
L'Orchidea fa parte delle specie protette del nostro appennino e mi ha sempre attratto per la sua delicata bellezza. 
Osservandola meglio, da vicino, si riesce a cogliere una infinità di sfumature di colori  in toni delicati ed intensi ed il loro caratteristico profumo.




A Prato Cipolla spiccava il giallo della Caltha palustris, una Ranuncolacea i cu fiori facevano capolino fra verdi foglie carnose, lucenti cuoriformi una pianta tipica delle zone umide.


Caltha palustris 


In cima al Groppo Rosso (circa 1600m), alle spalle di Santo Stefano d'Aveto, nelle parti prative erano presenti diversi fiori gialli, con uno stelo di una quindicina di cm e foglie di forma sottile, allungata e appuntita. Non li avevo mai visti. Li ho notati  per la particolarità di avere alcuni petali di colore differente sul lato interno ed esterno.

Andando a scartabellare tra informazioni varie ed immagini presenti nel web sono riuscita a scoprire che si tratta di Tulipani di montagna.




venerdì 20 maggio 2022

Fiori ed erbe selvatiche

 Il prato, nel mese di maggio, si è arricchito di una nuova splendida presenza vegetale:

IL GLADIOLO SELVATICO



Lo si trova soprattutto al bordo dei campi o lungo le strade di campagna. Appartiene alla famiglia delle Iridacee ed è noto comunemente come Gladiolo selvatico o Gladiolus Italicus.

Nell’antichità già si conosceva il gladiolo come pianta che nasceva spontanea con una considerevole facilità e già allora il suo aspetto aveva catturato le donne dell’epoca che lo usavano come ornamento, per i capelli e per le vesti. 

Era usanza utilizzarlo per creare delle decorazioni in occasione delle cerimonie di nozze: erano le amiche della sposa a porsi in testa una intera corona di fiori di gladiolo in segno di gioia per la felicità dell’amica. La stessa corona portava anche un messaggio di tristezza e di malinconia, quella provata dalle amiche che sapevano che, con il matrimonio, la loro amicizia sarebbe cambiata e non sarebbe stata più la stessa (fonte: ideegreen.it)

Curiosa è l'origine del nome "gladiolo", che deriva dal latino "gladius", antica spada romana. I suoi fiori sono infatti sottili ed appuntiti e ricordano proprio tale spada. È per questo che tale fiore simboleggia la "sfida amorosa", la lotta per la conquista nonché l'amore ferito. Il fiore può simboleggiare anche l'infatuazione poiche la sua forma a spada fa pensare al cuore trafitto di chi dona (fonte: insiemeinarmonia.forumfree.it).


domenica 8 maggio 2022

Fiori ed erbe selvatiche

 Scorzobianca


Camminando nei miei soliti pomeriggi di pensieri al vento, un pomeriggio di fine aprile, mi sono imbattuta in questo fiore che non avevo mai visto.

Si trovava in un argine lungo la strada e ne ho avvistati 3/4 esemplari in una decina di metri di terreno ...nessun altro.




Il fiore spiccava come unica nota violacea in una "marea" di fiori di campo gialli.

La curiosità mi ha spinto ad indagare ed ho trovato diverse notizie interessanti su di esso.

Innanzi tutto il nome, Scorzobiancauna pianta erbacea conosciuta anche come Barba di becco viola,  o anche sassefrica.


Quest’ortaggio invernale (nome scientificoTragopogon porrifolius) è un alimento consigliato soprattutto in caso di costipazione, facilita la digestione e riduce la formazione di gas intestinali.

La pianta produce una lunga radice di colore bianco-giallastro dalla consistenza carnosa che viene utilizzata per diverse ricette.

Ne segnalo una trovata su LA CUCINA ITALIANA

SCORZOBIANCA IN UMIDO 


Ingredienti:

1 kg di Scorzobianca

80 gr di cipolla

2 tuorli

Limone

Prezzemolo tritato

Sale

Brodo vegetale

Olio extra vergine di oliva


Preparazione

Mondate la scorzobianca, tagliatela in rocchetti lunghi 8-10 cm e raccoglietela in una ciotola piena di acqua acidulata con succo di limone in modo che non si anneriscano. Poi scolateli e divideteli in bastoncini più sottili. Tritate la cipolla e fatela imbiondire in una casseruola dai bordi bassi con 3-4 cucchiai di olio e un cucchiaio di prezzemolo tritato per 2-3’. Unite i bastoncini di scorzobianca, salate, riducete la fiamma e lasciateli stufare per 15’ con il coperchio.

Bagnate con 100-120 g di brodo vegetale caldo e cuocete senza coperchio a fuoco basso finché la scorzonera non sarà tenera. Sbattete 2 tuorli con il succo di mezzo limone e un pizzico di sale; versateli sopra

la scorzobianca, spegnete il fuoco e mescolate con delicatezza fino a ottenere un sughetto cremoso, poi spegnete. Aggiustate di sale, se serve, e completate con poco prezzemolo tritato. Servite subito.

(Ricetta da: https://www.lacucinaitaliana.it/ricetta/secondi/scorzobianca-in-umido/)



giovedì 28 aprile 2022

Fiori ed erbe selvatiche

 IL GIGLIO DI CAMPO O STELLA DI BETLEMME 

(ORNITHOGALUM UMBRELLATUM)





È un fiore bianco, spontaneo, che arricchisce le nostre colline proprio in questo periodo (i fiori stanno sbocciando già da alcune settimane). 

È facile perciò trovarlo sia nei campi che al bordo delle strade.

Da notare che esso è al centro di una bella leggenda cristiana palestinese che lo descrive come la metamorfosi della stella cometa voluta restare sulla terra.

Si narra, infatti, che tale fiore altro non sarebbe che la metamorfosi della stella cometa la quale, dopo aver guidato i Re Magi ed aver visto il bambino nella grotta, non voleva più lasciare la terra. Secondo tale leggenda ci sarebbe stata una bella lotta tra  quello che era il suo destino predeterminato e la sua volontà di modificarlo. 

La stella, infatti, doveva tornare in cielo e vivere e morire come le altre stelle ma fece una resistenza così tenace che l'arcangelo Michele si commosse e convinse l'Onnipotente a fare una Metamorfosi. 

Fu così che la cometa venne trasformata in questo bel fiore, una stella bianca a sei petali, con la punta degli stami giallo oro come si pensa possano essere le punte di una stella.

Al di là della leggenda questa piantina perenne, bella, delicata, luminosa è però considerata altamente tossica in tutte le sue parti ed in particolare nel bulbo (meglio, perciò, tenerla lontano dai bambini).

Nonostante ciò leggo sul web che da essa si ricavano anche importanti farmaci omeopatici per problemi gastrici ed addominale e ne è riconosciuto l'uso tra i fiori di Bach…resta il fatto che è un piccolo gioiello della natura.


lunedì 25 aprile 2022

Fiori ed erbe selvatiche

Sono un po' di anni, ormai, che mi dedico con passione a fotografare fiori ed erbe selvatiche che incontro durante le mie passeggiate.

La primavera mi lascia sempre affascinata ed estasiata  dalla bellezza e perfezione di forme e colori dei suoi fiori.

Comincerò con oggi a segnalare quello che vedo sbocciare.

Inizierò in bellezza con queste ORCHIDEE SELVATICHE.

La zona in cui vivo è una zona collinare caratterizzata da una ben precisa connotazione geologica (e lo dico con cognizione di causa) che influisce direttamente anche sulle caratteristiche del substrato più superficiale.

Le formazioni che costituiscono la base di questi terreni sono quelle del Piacenziano, ultimo dei piani in cui è suddiviso il Pliocene (3,600 Ma - 2,588 Ma) e sono costituite prevalentemente da argille su cui poggiano sedimenti via via piu sabbiosi e ricchi di fossili.

Tornando alla nostra orchidea non è difficile incontrarla in questo periodo su queste colline, nelle praterie oppure ai bordi della strada. 

La pioggia di quest'ultima settimana ha aiutato sicuramente la sua crescita.

L'ORCHIDEA PURPUREA è una pianta geofita  cioè una pianta erbacea che porta gemme sottoterra (bulbi, tuberi, rizomi).

Ha un fusto eretto che termina con un ricco fiore. È una specie protetta.



LA LEGGENDA DELL'ORCHIDEA SELVATICA 

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

C’era una volta un’orchidea selvatica, nata e cresciuta tra le distese di muschio di un acquitrino in montagna. Conduceva una vita tranquilla, circondata dall’affetto dei suoi amici e dai racconti curiosi delle libellule di passaggio. Un giorno, l’orchidea selvatica fiorì. Lo fece in punta di piedi, senza clamore; ma tutti nell’acquitrino la guardarono con ammirazione.
“Come sei bella!” le ripetevano i muschi con i quali era cresciuta.
“E che fiore variopinto. Sembri una regina” aggiungevano gli sfagni, agitando le loro foglie filamentose.
L’orchidea era così felice di sentire l’affetto dei suoi amici e la loro ammirazione, che non avrebbe saputo desiderare di meglio. Faceva bella mostra del suo fiore dall’alba al tramonto, e aiutava come poteva tutti gli amici che avevano bisogno di lei.
Un giorno, arrivò all’acquitrino uno straniero: era un botanico. Tutti, dai muschi alle libellule, lo squadrarono con attenzione: aveva una lunga barba rossastra e indossava un gilet elegante e un paio di stivaloni impermeabili. Era giunto fin lì alla ricerca di nuove specie preziose, da condurre nella sua serra e da esporre al circolo degli scienziati.
Il botanico si accorse subito dell’orchidea selvatica ed esclamò: “Che rarità! Quale bellezza rara! Quest’orchidea è unica nel suo genere, non ne ho mai vista una simile sui libri. Perfino il re verrà nel mio giardino ad ammirarla. Mi nomineranno professore, ma che dico, cavaliere”. Purtroppo non aveva un contenitore adatto a trasportarla e tornò a casa di corsa per procurarsene uno, prima che qualcun altro passasse di lì.
Le piante dell’acquitrino avevano ascoltato le sue parole con attenzione e quando l’uomo si fu allontanato dissero all’orchidea: “Come sei fortunata! Presto entrerai nella serra di un botanico; perfino il re verrà a farti visita. Goditi la tua fortuna e non dimenticarti di noi”.
Ma l’orchidea non la pensava come loro e rispose, con il suo bel fiore rigato di lacrime: “Pensate che sia una fortuna trascorrere i propri giorni sotto una serra di vetro? Non capite molto della fortuna; la mia fortuna è vivere qui, nell’acquitrino, circondata da voi, che siete miei cari amici sin da quando siamo nati e che mi volete bene. Voi siete la mia famiglia, e non c’è re al mondo che possieda una fortuna simile”.
I muschi e gli sfagni ammutolirono.
Fu un sassolino, che non aveva mai parlato prima di quel giorno, a rompere il silenzio: “Davvero preferisci noi ad essere famosa?”
“Ma certo” rispose l’orchidea, con tono asciutto ma accorato.
“Possiamo aiutarti” bisbigliò il sassolino, poi chiamò a raccolta i muschi, le libellule e tutti gli altri abitanti dell’acquitrino e insieme misero a punto un piano.
Quando il botanico tornò col suo contenitore di vetro, l’orchidea era circondata da api, libellule, tafani, coleotteri e da migliaia di altri insetti che abitavano nei dintorni.
Non fece in tempo a tirar fuori dalla tasca un coltello per estrarre l’orchidea dal terreno che il sassolino gridò: “Avanti, amici dell’acquitrino! Salviamo la nostra amica”.
Le libellule dietro di lui balzarono avanti, seguite dalle api e dagli altri insetti: si gettarono sullo straniero e a suon di morsi e punture lo fecero fuggire a gambe levate. Non sarebbe mai più tornato.
L’orchidea, invece, poté continuare la sua bella vita insieme agli amici di sempre e anche se nessuno l’ha più vista, si dice che amore e amicizia l’abbiano resa sempre più bella.

https://portalebambini.it/storie-leggenda-orchidea-selvatica