Letture e libri

STREGHETTE "HALLOWEENOSE"

 In questi ultimi giorni i bambini mi chiedono spesso qualche racconto/lettura "Halloweenosi" ed allora se non sono maghi sono streghe o mostri o quant'altro di tutto rispetto in questo periodo di ricorrenza.

Domani ho pensato di leggergli il libro della strega Cornabicorna edito da Babalibri.

Quando Pietro ogni sera fa i capricci e non mangia la minestra ci provano tutti, in casa, a fargli cambiare idea...ma il papà mette in atto uno stratagemma diverso da tutti quanti chiedendo al bambino: "Ma tu lo sai cosa accade ai bambini che non vogliono mangiare la minestra? A mezzanotte, la strega Cornabicorna va a trovarli nella loro camera...."

E se davvero la strega saltasse fuori improvvisamente dall'armadio?

Beh, Pietro è riuscito coraggiosamente a tenergli testa facendole pure un bello scherzetto.

La storia è scorrevole e divertente, di quelle che i bambini amano potendo immedesimarsi nei protagonisti.


CORNABICORNA MI HA FATTO VENIRE IN MENTE QUESTA SEMPLICE ATTIVITÀ DI "TAGLIO ED INCOLLO" CHE POTREBBE PIACERE AI MIEI BAMBINI.

COME CREARE DELLE STREGHETTE HALLOWEENOSE  UTILIZZANDO ALCUNE FORME GEOMETRICHE DI BASE:


DAVVERO SEMPLICE, FATTA DI CERCHI, TRIANGOLI E RETTANGOLI, FORME PERFETTE PER MIGLIORARSI DAL PUNTO DI VISTA DEL RITAGLIO.
ECCO LO SCHEMA CHE MI SONO PREPARATA: 





A inventar storie...

 RICCIOLI D'ORO IN CITTÀ


Questa storia è stata inventata dai bambini partendo da una fiaba a loro ben nota, Riccioli d'Oro, cercando di considerare un contesto completamente differente dall'originale.

Cosa sarebbe successo, secondo voi, se Riccioli d'Oro, invece che vicino ad un bosco, avesse abitato in città?”

Ecco la loro versione:


C’era una volta una bambina che si chiamava Riccioli d'Oro ed abitava in una grande città che si chiamava Parigi.

Era il giorno del suo compleanno e la mamma le aveva preparato una torta.

Aveva appena messo nel forno la torta quando si accorse che la bambina non era più in casa.

Riccioli d'Oro era uscita per andare nel parco con le sue amiche.

Aveva preso l'autobus e qui aveva incontrato una signora molto strana con il suo cane di nome Lillo. Era veramente strana perché oltre ad essere truccata male, aveva messo i vestiti all’incontrario, aveva i capelli rasati ed era scalza.

La signora disse a Riccioli d'Oro di scendere giù dall'autobus perché era arrivata alla fermata del Parco Giochi.

Riccioli d'Oro scese ed arrivò al parco dove trovò un gattino solo ed impaurito perché si era perso.

Era grigio con le macchie bianche. Riccioli d'Oro lo voleva aiutare perciò lo prese in braccio e lo portò alla Polizia  che lo aiutò a tornare a casa dal suo padrone. Riccioli d'Oro, invece, ritornò al parco dove si ritrovò con le sue amiche fino a quando, però, le tornò in mente la sua festa di compleanno e la torta che la mamma le aveva preparato.

Tornò quindi velocemente a casa dove trovò tutti i suoi amici che aspettavano da ore,  le gridarono “SORPRESA!”e le fecero un sacco di regali.





 BUONE LETTURE

"PAPÀ SCOIATTOLO CADE DALL'ALBERO"

Qualche giorno fa la mia amica Mary mi ha prestato questo piccolo libricino uscito fra gli ALBUMINI del Corriere della Sera.

L'autore è Axel Scheffler ed è edito da EMME EDIZIONI.

Cosa succederà a papà scoiattolo che, a causa di una tempesta, cade dall'albero e viene trasportato via dal vento? Antonio e Luisa se ne prenderanno cura fintanto che, riprese le forze, decideranno di restituirlo al suo mondo.

Non conoscevo questa storia che è piaciuta molto ai miei bambini.

Poiché, dopo la lettura , abbiamo giocato un po' con le sequenze di colori,  ho proposto loro questa attività, da me disegnata, riprendendo il tema della storia.




Nei giorni scorsi mi è venuto in mente questo racconto da proporre ai miei bambini che amano molto ascoltare storie. Un racconto con protagonista una piccola ape poiché l'ape, piccolo insetto instancabilmente operoso, è il simbolo del gruppo dei bambini di 5 anni, ormai pronti per spiccare il volo verso "nuovi orizzonti".

PRIMA AVVENTURA DELL'APE MELLINA

 Mellina era una giovane ape esploratrice e viveva in un alveare sulla collina. L'alveare era completamente nascosto tra i rami di una grande quercia.

Il compito di Mellina, insieme alle altre api esploratrici, era quello di uscire in cerca del polline più pregiato.

Era una tiepida giornata autunnale, il sole splendeva anche se i suoi raggi non erano più così caldi; Mellina era uscita, insieme alle altre api esploratrici in cerca degli ultimi fiori della stagione.

Mentre alcune amiche api avevano avvistato, lungo il greto di un torrente, degli splendidi boccioli gialli di Topinambur, Mellina era rimasta un po' indietro, colpita da un bellissimo e tenue colore rosa in lontananza.

Aveva quindi lasciato il gruppo e si era avviata, da sola, verso la nuova fonte di cibo. Avvicinandosi non le parve vero; era un bellissimo cespuglio di rose settembrine.

Mellina non si era accorta, però, che tale cespuglio era situato proprio davanti all'entrata di una casa che in quel momento era aperta. 

Attratta dai vividi colori e dal delicato profumo del fiore si mise a fare, intorno ad esso, un ampio giro perlustrativo (per accertarsi che non vi fossero pericoli) e, senza accorgersene, si ritrovò in casa proprio mentre una piccola mano richiudeva la porta.

"Mamma! Mamma! Guarda che bei fiori ti ho raccolto!" Un bambino entrò in casa correndo festoso con un mazzolino di fiori in mano e lo andò a riporre in un bicchiere sul davanzale della finestra.

Mellina era spaventatissima, non sapeva cosa fare, si mise a volare un po' ovunque cercando una via di fuga. Dove era finito il cespuglio di rose? Ed il prato? E le amiche api?

All'improvviso le parve di vedere la grande quercia in lontananza e si precipitò subito in quella direzione ma andò a sbattere contro una superficie fredda e trasparente. Si arrampicava ma le sue zampette scivolavano su quella superficie liscia. Eppure Mellina vedeva laggiù in lontananza la sua bella quercia....possibile che fosse così difficile raggiungerla?

Poi un grido la spavento': "Mamma, aiuto....c'è una ape sulla finestra!", diceva una vocina squillante.

"Su, dai, non ti preoccupare, Andrea, è solo una piccola ape da miele, non è cattiva , chissà come sarà finita in casa" e così dicendo spalanco' la finestra.

Quando Mellina sentì l'aria frizzante dell'autunno rinvigorirle le ali, spicco' un volo veloce verso l'esterno riuscendo così a fuggire.


ED ORA COSTRUIAMO L'APE MELLINA:



Utilizzando del cartoncino su cui disegnamo semplici forme da ritagliare (un cerchio per la testa e dei cuori per il corpo e per le ali)


Completiamo disegnando la sagoma ed incollando le parti.


 

IL PESCIOLINO ARCOBALENO E LE SUE AVVENTURE

"Arcobaleno il pesciolino più bello di tutti i mari" di M. Pfister è uno dei libri che fanno parte da anni della mia piccola libreria di libri per bambini.



Spesso le sue avventure le propongo nel periodo primaverile/estivo come ottimo spunto per qualche attività di riflessione (le avventure, infatti, hanno tematiche interessanti da proporre ai bambini) o creativa.

La proposta consiste nella realizzazione di un ambiente marino con Arcobaleno ed i suoi amici.
Ho utilizzato una cassetta di cartone (quelle della frutta), ne ho tagliato il fondo con il cutter ed al suo posto vi ho incollato una di quelle copertine di plastica trasparente che servono per preservare i quadernoni degli alunni (avrei, però, potuto ugualmente dipingere il fondo con le tempere ma mi piaceva l'idea di sfruttare l'effetto trasparenza dato dalla pellicola).



Ho attaccato i pesciolini alla parte alta della scatola usando del filo di nylon e colla a caldo.

Per i pesciolini ho trovato una idea carina in rete che permette di realizzarli in modo semplice e tridimensionale utilizzando dei comuni rotoli della carta igienica.



Si smussano e arrotondano gli angoli su un lato per individuare la testa.




Si eseguono due intagli triangolari sul lato opposto per evidenziare la "coda".






Si decora a piacere.





L'effetto è davvero piacevole! 






C'era una volta...
La storia della tartaruga saggia.

Questa storia mi ricorderà per sempre il particolare periodo che abbiamo trascorso "reclusi in casa" a causa del Covid-19, mi ricorderà sempre quelle piccole cose quotidiane con cui ho cercato di riempire le giornate per sopravvivere all'ansia ed alla paura che ci hanno attanagliato un po' tutti, mi ricorderà sempre uno dei "giochi" che Rosanna, la mia insegnante di Tai Chi, ha proposto a noi, suoi allievi, consistente nell'inventare ogni giorno, a turno, una breve  storia che fosse ispirata ad uno dei tanti esercizi  di Tai Chi.
Quello che non mi aspettavo è che, poco per volta, si è venuto a creare un "filo" tra queste storie portando a creare una storia comune.

Qui, in Fatapiumetta, riporto una parte del racconto da me pensato per quell'occasione che è stato ispirato dall'esercizio che viene chiamato "LA TARTARUGA SACRA SGUAZZA".

Ecco la mia storia:


C'era un tempo, ormai molto lontano, in cui la tartaruga non aveva alcun carapace.
Era primavera, una bella giornata di sole tiepido, quando la tartaruga uscì sbadigliando dalla tana dove aveva trascorso il letargo: un duro guscio, cavo, che aveva trovato per strada.
La natura, come lei, si stava risvegliando perciò la tartaruga sentiva nell'aria profumi di erbe e di fiori invitanti.
Camminava lenta perché, ad ogni passo, vedeva qualche cosa di bello, di colorato, di profumato e di gustoso che valesse la pena di essere a lungo contemplato, guardato, odorato, ascoltato, assaporato.
Così, lemme, lemme, trascorse il periodo della primavera e dell'estate.
Di giorno si avventurava un po' e di notte si fermava su un giaciglio di morbide foglie a contemplare le stelle del cielo.
Con il passare dei mesi le stelle della notte cominciarono ad essere oscurate da nubi sempre più spesse e, nelle giornate autunnali, la povera tartaruga si trovava spesso completamente inzuppata.
Il morbido giaciglio di foglie si era completamente allagato e la tartaruga, bagnata fradicia, sospirò: "Ah, se avessi conservato la casetta che avevo trovato come riparo l'inverno scorso, non mi sarei ridotta così!"
Così, appena le nuvole si diradarono, decise di tornare sui suoi passi.
 Tornò indietro nel nascondiglio, prese quello strano guscio cavo dove aveva abitato, se lo mise sulla schiena, lo allaccio' sul davanti per tenerselo stretto e sorrise contenta pensando: "Da oggi in poi i temporali non mi prenderanno più alla sprovvista, andrò sempre in giro portando la mia casa con me."
Ma le sorprese per Tartaruga non erano finite.
L'inverno, o meglio quell'inverno, in quel, tempo ormai lontano, fu anticipato da un vento gelido e sferzante che passava attraverso le aperture del guscio che portava sulla schiena e nonostante passasse lì, ritirata, buona parte della sua giornata, c'erano troppi spifferi.
 Tartaruga non sapeva più cosa fare, il gelo la stava attanagliando.
Per di più la neve aveva cominciato a ricoprire ogni cosa e essa non riusciva a trovare nulla da mangiare.
Tuttavia non si scoraggio'.
Con le forze che le rimanevano e le spesse unghie che madre natura le aveva donato, scavo' una profonda buca, lentamente ma incessantemente, giorno dopo giorno, finché, ad un certo punto si sentì così stanca che chiuse gli occhi, lì, in quella cavità nella profondità della terra, che odorava di umido e di radici, e si addormento'.
Dormi a lungo e molto profondamente, così profondamente che quando si svegliò non riuscì neppure a capire quanto tempo era passato.
Il gelo aveva lasciato il posto ad un tiepido sole che preannunciava una nuova bella stagione.
La saggia Tartaruga aveva trovato non solo una casa resistente e leggera da portare sempre con se in ogni luogo (che decise di chiamarla CARA-PACE, "cara" perché le era stata cara, preziosa e "pace"...perché ci si stava proprio bene dentro)   ma aveva anche, con determinazione, trovato un modo per sconfiggere i rigori dell'inverno scavando incessantemente per crearsi un rifugio nella profondità accogliente della Madre Terra.



FILASTROCCHE

L'intruglio della strega

Occhio di lucertola, dito 
di rospetto,
una coda di topo ed un latrato
ci metto,
starnuti e tosse di pipistrello,
leccata di donnola
e puzza di cammello.
Giro e mescolo senza fretta,
per una pozione di Halloween
davvero perfetta.

(M. Haslam, in Id., Divertimento mostruoso, Parragon, Milano 2004)

Lo so, è presto per Halloween, ma nel rimettere ordine nella mia agenda ho trovato trascritta questa filastrocca che mi era piaciuta e mi ero copiata pensando appunto di trascriverla per tempo sul blog.
Sono passati un po' di mesi ma la terrò in considerazione per le pozioni del prossimo anno.



RACCONTAMI UNA STORIA...

Questa è una delle storie che amo raccontare ai miei bambini, a scuola, quando li accompagno al riposo pomeridiano.
Insieme a quella del Mago Mangiacipolle e di Mignolo ed il drago da battaglia fanno parte di un testo che ho molto apprezzato, fin da quando Miss Tupsy era piccina ed è forse per questo che sono entrate nella mia quotidianità come racconto e non più come lettura.
Il libro da cui sono tratte, lo ho già citato alcune altre volte, è:

"MAGHI, DRAGHI, CAVALIERI" di Alberto Melis


La mano del principino

C’era una volta un principino che aveva una mano buona e una mano cattiva. La mano buona faceva solo cose per bene, come dare carezze, schioccare le dita e grattarsi la testa. Ma quella cattiva! Oh, quella ne combinava di cotte, di crude e di tutti i colori!
“Chi ha rubato la marmellata?” chiedeva la Regina.
“Io no!” rispondeva il principino. “E’ stata lei, la mia mano cattiva!”
“Chi ha rotto il vaso di gerani?” chiedeva il giardiniere.
“Io no!” rispondeva il principino. “E’ stata lei, la mia mano cattiva!”
“Chi ha fatto piangere la sorellina principessa?” chiedeva il Re.
“Uffa! Non sono stato io!” rispondeva il principino. “E’ stata quella cattivaccia della mia mano cattiva, che le ha dato un pizzicotto!”
Il Re e la Regina erano così preoccupati, per quella mano cattiva del principino, che chiamarono a corte cento cavalieri.
“Andate per il Regno!” dissero loro. “E non tornate sino a quando non trovate una nuova mano per il principino, una mano gentile e bene educata, per favore!”
I cavalieri partirono al galoppo, ma nessuno di essi di essi trovò ciò che cercava.
Il Re la Regina chiamarono allora cento maghi e tre fate turchine.
“Andate  per il Regno!” dissero loro. “E non tornate sino a quando non trovate una mano gentile e bene educata!”
I maghi e le fate partirono di gran fretta, chi a cavallo di un tappeto volante chi di un’oca bene addestrata, ma neanche loro trovarono ciò che stavano cercando.
“Poveri noi!” dissero così il Re e la Regina, mentre quella mano cattiva continuava a combinarne di cotte, di crude e di tutti colori. “Cosa possiamo fare adesso?”
Fortunatamente, proprio quel giorno, passò da quelle parti un contadino saggio, che quando seppe cosa stava succedendo diede al Re un buon consiglio.
E il Re chiamò subito il principino e gli ordinò di tenere quella mano cattiva in tasca, sino a quando non si fosse decisa a diventare buona.
Sapete cosa successe?
Successe che quella mano cattiva si annoiò così tanto, a starsene sempre in tasca, sempre sola soletta e senza niente da fare, che nel giro di pochi giorni diventò la mano più gentile e bene educata del Regno.
“Uff! Meno male!” sospirarono di sollievo il Re e la Regina.
E per festeggiare fecero una gran festa e ballarono e si divertirono e mangiarono tanti dolcetti sino a quando sorse il sole.



#Arteallafinestra 

Fedele agli appuntamenti settimanali "allevia pensieri" eccomi qui, in questa domenica delle Palme, a coinvolgere Miss Tupsy nell'ultima trovata di Artebambini.
La proposta parte da UN PAIO DI CALZINI...si, proprio calzini, di quelli magari un po' logori o con qualche buchetto.
Con un po' di colla abbiamo attaccato pezzetti di stoffa, fili di lana, bottoni trasformando i calzini in due personaggi, Arabella e Pantuflino.
Inoltre, con la scatola di cartone della frutta che ci è stata consegnata qualche giorno fa, più un po' di colore ed un collage di carta, abbiamo realizzato un piccolo teatro per il nostro spettacolo.

Arabella e Pantuflino





ARABELLA, VECCHIA SIGNORA,
ACCAREZZA IL SUO PANTUFLINO OGNI ORA.
PANTUFLINO, DOLCE GATTINO,
LE FA LE FUSA E LE PORGE UN FIORELLINO.
MA LA BELLA ARABELLA DI QUEL FIORELLINO
SI FA UN GUSTOSO STUZZICHINO.

 Per riassumere un po' il nostro pomeriggio di oggi 😀:



da una cassetta della frutta....


  
ad un piccolo teatro...


per buffi personaggi!



#Arteallafinestra

Poesia delle piccole cose

Eccomi qua, sopravvissuta all'ennesimo week end di clausura e di cattivi pensieri cercando di mettere nel mio "baule dei tesori" qualche pensiero bello ed un pizzico di creatività.

Ancora una volta, come una bambina, ho giocato con linee e colori lasciandomi guidare dalle poche indicazioni del nuovo manifesto di ARTEBAMBINI per il progetto #Arteallafinestra.

Riassumo le indicazioni del quinto manifesto che partono dal libro:

Non lo conoscevo, ma ho avuto il piacere di seguirne la videolettura proposta da Artebambini stessa.
In questo libro, tutto si trasforma e cambia poiché ogni immagine è fatta di piccole parti che si possono combinare in un infinito gioco ad incastri...perché "sono le piccole parti a fare un tutto meraviglioso".

Come giocare?
  1. Prendi un foglio ed un pennarello possibilmente a punta grossa. Segna due punti: partenza ed arrivo.
  2. Inizia a tracciare una lunga linea, curva, diritta, spezzata, cercando di disegnare anche spazi chiusi.
  3. Colora con pastelli o pennarelli gli spazi chiusi e poi ritagliali.
  4. Disponi tutti i pezzi su un foglio e fai finta che siano costruzioni o pezzi di un puzzle ed inizia a costruire.


Ecco la mia costruzione che ho chiamato "Famiglia"


FILASTROCCA RACCHIUSA IN UN NIDO

Filastrocca racchiusa in un nido,
qui sta il mio piccolo che io ti affido,
morbide piume colorate,
ali di vento appena sfiorate.
Cuore di mamma che a papà assomiglia,
in questo piccolo nido
vive una famiglia.
(Fatapiumetta)



UN LIBRO PER SOGNARE

Se c'è un libro che mi piacerebbe leggere, oggi, ai miei bambini è: 
"FEDERICO"
DI LEO LIONNI

Federico è un topolino. Mentre tutti gli altri topolini sono indaffarati tutto il giorno a cercare provviste per affrontare i rigori invernali, Federico, invece, passa il suo tempo fuori dalla tana, su un sasso, ascoltando rumori, osservando colori, percependo i profumi nell'aria.
Sembrerebbe che Federico stia sprecando il suo tempo...ma non è così...
Saranno proprio i colori, i rumori, gli odori rimasti impressi nella mente e nel cuore di Federico che permetteranno alla comunità dei topini, attraverso i suoi racconti durante il rigido inverno, di rimanere ancorati a pensieri belli, a sogni che scaldano il cuore in un momento di estrema difficoltà.

In questo periodo, per superare le difficoltà in cui tutti, bene o male, ci troviamo, credo che bisognerebbe essere un po' come Federico e utilizzare, in questo grigiore di ansia quotidiana che ci attanaglia, i bei sogni ed i bei ricordi che abbiamo chiuso nel cuore al fine di sentirci meglio.







DA UN PEZZETTO DI CARTA...

Ieri pomeriggio abbiamo "perso tempo" in una piacevole iniziativa portata avanti sulla pagina facebook di ARTEBAMBINI, casa editrice ed ente formatore, presso la quale, negli anni passati,  ho avuto il piacere di seguire numerosi corsi (i corsi di Artefatta sono fra i miei preferiti)

https://m.facebook.com/edizioniartebambini/

Lo spunto  del nostro gioco è stato un "pezzetto di carta",  un pezzetto qualunque, tra tanti spezzettati, ma speciale e significativo per il nostro occhio perché, attorno ad esso abbiamo dato sfogo alla nostra creatività...




Per chi non la conoscesse, questa casa editrice del Bolognese, pubblica la RIVISTA DADA che a me piace molto perchè affronta diversi aspetti dell'arte in piccoli, ma ricchi,  dossier tematici a cui sono sempre abbinate delle "Piccole Antologie" fatte di racconti e dei Laboratori sull'Arte esemplificativi e molto interessanti portati avanti nelle scuole (alcuni di questi mi sono serviti in questi anni per arricchire il mio lavoro).




IL MISTERO DEL LONDON EYE

È stata una piacevole sorpresa, imbattermi in questo libro, mentre stavo cercando un regalo da fare alla Signorina Tupsy Tupsy.
L'occasione non era di quelle speciali (perché non sempre ci deve essere una occasione speciale!) ma solamente un pensierino dal viaggio che, io ed il superIssimopapà, abbiamo fatto a Gubbio...senza di lei (ebbene si, ogni tanto ci vuole...anche se, a dire la verità, nella nostra piccola famiglia il caso si è presentato solo in due occasioni in 13 anni...quindi, si, si poteva fare).
Perdendoci tra le viuzze della bella cittadina di Gubbio, peraltro molto tranquilla poiché siamo fuori dal periodo turistico, ci siamo imbattuti in una piccola libreria che presentava delle edizioni particolari, una bella rassegna di libri per bambini ed una buona selezione di libri per ragazzi.
Tra questi ultimi mi ha colpito la trama di


"Il mistero del London Eye" 
Di Siobhan Dowd
Edizione Uovonero

La scrittrice, inglese di origini irlandesi, morta purtroppo assai giovane, è riuscita a narrare in modo scorrevole e con un ritmo incalzante, questo romanzo "giallo", per ragazzi.
Si tratta della misteriosa scomparsa di un ragazzo, Salim, e delle avvincenti indagini compiute dai suoi cugini Kat e Ted, all'insaputa del "mondo degli adulti", completamente assorbito dalle indagini ufficiali.
Dal libro traspare in modo netto la lucidità di Ted, ragazzo "diverso"...che non è in grado di riconoscere le espressioni sul volto degli altri, che sfarfalla con le mani, è metodico e non capisce le metafore ma è un esperto di meteorologia e presenta una mente analitica perfetta per analizzare anche i più piccoli indizi.
Beh, ho voluto leggermelo anche io...d'altra parte l'ho scelto perchè mi sembrava avvincente e così si è dimostrato.




I GUFETTI BRONTOLONI




Rielaborazione del racconto tratto dal libro : "IL GUFO BRONTOLONE" di S. SMALLMANN

I gufetti sono realizzati utilizzando rotolini della carta igienica e piccoli dischetti ritagliati da scarti di panno lenci.




Il racconto di oggi...

La passeggiata di un distratto di Gianni Rodari

“Mamma, vado a fare una passeggiata”.
“Va’ pure, Giovanni, ma sta’ attento quando attraversi la strada”.
“Va bene, mamma. Ciao, mamma”.
“Sei sempre tanto distratto”.
“Si mamma. Ciao, mamma”.
Giovannino esce allegramente e per il primo tratto di strada fa bene attenzione. Ogni tanto si ferma e si tocca.
“Ci sono tutto? Si”. E ride da solo.
È così contento di stare attento che si mette a saltellare come un passero, ma poi s’incanta a guardare le vetrine, le macchine, le nuvole, e per forza cominciano i guai.
Un signore, molto gentilmente, lo rimprovera:
“Ma che distratto, sei. Vedi? Hai già perso una mano”.
“Uh, è proprio vero. Ma che distratto, sono”.
Si mette a cercare la mano e invece trova un barattolo vuoto. Sarà proprio vuoto? Vediamo. E cosa c’era dentro prima che fosse vuoto? Non sarà mica stato sempre vuoto fin dal primo giorno…
Giovanni si dimentica di cercare la mano, poi si dimentica anche del barattolo, perchè ha visto un cane zoppo, ed ecco per raggiungere il cane zoppo prima che volti l’angolo perde tutto un braccio. Ma non se ne accorge nemmeno, e continua a correre.
Una buona donna lo chiama: “Giovanni, Giovanni, il tuo braccio!”
Macché, non sente.
“Pazienza,” dice la donna. “Glielo porterò alla sua mamma”.
E va a casa della mamma di Giovanni.
“Signora, ho qui il braccio del suo figliolo”.
“Oh, quel distratto. Io non so più cosa fare e cosa dire”.
“Eh, si sa, i bambini sono tutti così”.
Dopo un po’ arriva un’altra brava donna.
“Signora, ho trovato un piede. Non sarà mica del suo Giovanni?”.
“Ma si che è suo, lo riconosco dalla scarpa col buco. Oh, che figlio distratto mi è toccato. Non so più cosa fare e cosa dire.
“Eh, si sa, i bambini sono tutti così”.
Dopo un altro po’ arriva una vecchietta, poi il garzone del fornaio, poi un tranviere, e perfino una maestra in pensione, e tutti portano qualche pezzetto di Giovanni: una gamba, un orecchio, il naso.
“Ma ci può essere un ragazzo più distratto del mio?”
“Eh, signora, i bambini sono tutti così”.
Finalmente arriva Giovanni, saltellando su una gamba sola, senza più orecchie né braccia, ma allegro come sempre, allegro come un passero, e la sua mamma scuote la testa, lo rimetto a posto e gli dà un bacio.
“Manca niente, mamma? Sono stato bravo, mamma?”
“Si, Giovanni, sei stato proprio bravo”.


Marionette a guanto

Pierino ed il lupo

Dopo aver realizzato un modello di marionetta con il cartoncino, ho tagliato il panno lenci, provvedendo alla caratterizzazione dei personaggi, e successivamente ho cucito le due parti delle marionette.

(Et voilà il modello in cartoncino
 e la sua realizzazione in panno lenci)

I Personaggi:

Pierino ed il nonno


L'anatra ed il gatto


L'uccellino ed il lupo



Un cacciatore






Favole e musica

PIERINO ED IL LUPO
(Favola musicale di S. PROKOFIEV)

Il mese scorso ho portato a scuola il libro di "Pierino ed il lupo". Il libro, nella versione sotto riportata, era completato dal CD con la favola musicale raccontata da Roberto Benigni. 
Abbiamo sentito diverse volte il CD musicale; i bambini sono rimasti molto incuriositi dall'associazione fra personaggi e strumenti musicali. 
Ogni personaggio è, infatti, rappresentato musicalmente da un ben determinato strumento musicale.
Questo consente ai bambini di riconoscere rapidamente il timbro dei vari strumenti musicali di una orchestra.
  • Pierino è rappresentato da tutti gli archi (violino, viola, violoncello, contrabbasso);
  • l'uccellino dal flauto;
  • l'anatra dell'oboe;
  • Il gatto dal clarinetto;
  • il nonno dal fagotto;
  • il lupo dai corni;
  • i cacciatori dai legni;
  • gli spari dei cacciatori dai timpani.



I bambini mi hanno chiesto di raccontargli la storia con le marionette perciò ho approfittato delle vacanze di Natale e di questo primo periodo dell'anno per prepararle.




Plastico dell'Autunno


Questo è il nostro plastico  dell'autunno, realizzato con materiali misti (naturali e non):

  • rametti;
  • carta velina colorata;
  • castagne e ricci;
  • cartoncini colorati;
  • pongo.
In questa mattinata piovosa è stato bello riprendere fra le mani "L'omino della pioggia" di G.Rodari, illustrato da N.Costa....chissà quanti rubinetti ha dovuto aprire quest'oggi....


FIABE DA CANTASTORIE
Mignolo e il Drago da Battaglia

C’era una volta un ragazzo di nome Mignolo che voleva diventare Cavaliere.
Ma era così povero che non aveva né un cavallo, né una spada. Possedeva solo  un’oca un po’ matta di nome Marianna, che faceva un uovo al giorno, uno solo, e di farne di più non ne voleva sapere.
“Babbo, mamma” disse un giorno Mignolo ai suoi genitori, “ho deciso che partirò in cerca di un Drago da Battaglia. Perché solo se sconfiggerò un Drago da Battaglia potrò diventare Cavaliere”
“Oh, poveri noi!” dissero il suo babbo e la sua mamma. “Ma come farai a sconfiggerlo, senza cavallo e senza spada?”
“Lasciate fare a me” rispose Mignolo. “L’unica cosa che mi serve è un sasso bianco bianco e liscio liscio, che abbia la stessa forma di un uovo”
Quando il babbo gli trovò il sasso che gli serviva, Mignolo salì a cavallo dell’oca Marianna e trottando trottando partì all’avventura.
“Sai se da queste parti vive un Drago da Battaglia?” chiese a un contadino che incontrò all’entrata di un villaggio.
“Altroché, poveri noi!” si lamentò il contadino. “Vive nella caverna in mezzo al bosco. E ogni tanto ne viene fuori per sgranocchiare un ragazzo o una ragazza, o anche un bambino o una bambina, purché siano paffutelli e cicciotelli.”
“Non dovete più preoccuparvi” disse Mignolo. “Ci penserò io a dargli una lezione!”
“Ma come farai a sconfiggerlo, senza cavallo e senza spada?”
“Lascia fare a me” rispose Mignolo.
Si fece regalare dal contadino un pezzo di formaggio, e trottando trottando si avviò verso la caverna del Drago da Battaglia. Che come tutti i Draghi da Battaglia, a quell’ora del mattino, dormiva e russava facendo tremare le pareti della caverna.
Mignolo non perse tempo. Raccolse un mucchietto di rami secchi, poggiò lì vicino il pezzo di formaggio che gli aveva dato il contadino e poi:
“Ehi, tu! Sveglia!” gridò a gran voce.
Ora sapete come sono permalosi questi Draghi da Battaglia! Specialmente quelli che hanno grandi ali verdi e la coda rivestita di scaglie! Se c’è una cosa che  non sopportano è essere svegliati all’improvviso. Soprattutto se stanno sognando di sgranocchiare due o tre bambini biondi e qualche bambina dagli occhi celesti, tutti paffutelli e cicciotelli s’intende!
“Chi è che disturba il mio sonno?” tuonò così, facendo fumo e fiamme dal naso e dalle orecchie. Si stropicciò gli occhi e cosa vide? Solo un ragazzetto da niente, senza cavallo e senza spada, accompagnato da un’oca.
“Perdonami il disturbo, caro amico” gli disse Mignolo, indicando il mucchietto di rami secchi che aveva raccolto. “Potresti accendere il fuoco, per favore?”
“Chi sei tu? E perché vuoi accendere un fuoco nella mia caverna?”
“Perché ho un po’ di appetito” rispose Mignolo. “E pensavo di mangiarti per cena!”
Il Drago da Battaglia cominciò a ridere e rise così tanto che gli vennero le lacrime agli occhi.
“Tu, che sei così piccolo, vorresti mangiare me che sono così grande?”
“Si, ma non subito. Prima mangerò come antipasto una di queste pietre” e così dicendo Mignolo fece finta di prendere da terra una pietra, mentre invece prese solo il pezzo di formaggio che gli aveva dato il contadino.
“Mmmm… buona questa pietra!” disse il ragazzo, sgranocchiando il formaggio.
‘Oh, oh!’ pensò invece il Drago da Battaglia. ‘Se questo ragazzetto sgranocchia delle pietre come antipasto, vuol dire che è davvero forte!’
“Vuoi ancora mangiarmi?” chiese così, un po’ preoccupato.
“Certo!” disse Mignolo, “Ma prima assaggerò un uovo della mia oca Marianna. Li fa tanto buoni sai, anche se sono uova un po’ speciali…”
“Speciali come?”
“Hanno il guscio più duro della pietra. Non mi credi? Facciamo così. Ora io dirò alla mia oca di fare due uova. Se riuscirai a rompere il guscio prima di me, non ti mangerò. In caso contrario ti farò arrosto con contorno di patate e cetriolini!”
Così dicendo Mignolo prese l’uovo che aveva fatto Marianna, che ne aveva fatto uno solo, perché di farne di più non ne voleva sapere, e al posto del secondo prese il sasso bianco bianco e liscio liscio che gli aveva dato suo padre.
“Ecco, questo è il tuo” disse al Drago da Battaglia, dandogli il sasso.
Fu così che mentre Mignolo ruppe il guscio del suo uovo in un battibaleno, il Drago da Battaglia, prova che ti riprova, riuscì solo a rompersi due denti.
“Ohi! Ahi!” si lamentò. “Mi sa che questo ragazzo è troppo forte per me!” E così dicendo volò via ad ali spiegate dalla caverna e fuggì lontano lontano, prima che quel ragazzo lo facesse davvero arrosto e poi lo mangiasse per cena, con contorno di patate e cetriolini.
Quando il Re seppe in che modo Mignolo aveva fatto fuggire il Drago, lo nominò Primo Cavaliere di Corte e gli regalò una spada d’oro e un bellissimo cavallo bianco.
E in quanto all’oca Marianna, per quanto visse, continuò a fare solo un uovo, solo uno al giorno e di farne altri non ne volle mai sapere.

Da "MAGHI, DRAGHI, CAVALIERI" di A.Melis




Ecco un'altra filastrocca carina per il momento del "calendario":

FILASTROCCA DELLA SETTIMANA DEI SETTE NANI

LUNEDÌ È IL PIÙ PICCINO
SI CHIAMA CUCCIOLO, È TANTO CARINO!
MARTEDÌ COL RAFFREDDORE
EOLO STARNUTA A TUTTE LE ORE
ETCI! ETCI! ETCI!
MERCOLEDÌ È GRASSOTTELLO, 
SI CHIAMA GONGOLO, È UN PO' MONELLO.
GIOVEDÌ È UN GRAN SAPIENTE
SI CHIAMA DOTTO, NON SCORDA NIENTE.
VENERDÌ C'È U NANO MUSONE,
SI CHIAMA BRONTOLO IL BRONTOLONE.
SABATO CON IL SUO DOLCE VISO
ECCO MAMMOLO CI FA UN SORRISO.
LA DOMENICA...CHE RUSSARE! 
È PROPRIO PISOLO CHE VA A RIPOSARE
RONF....RONF....RONF...

(Simona Maiozzi)




Filastrocca della coccinella

Filastrocca della coccinella
che sembra finta da tanto è bella,
che a primavera, dovunque va,
indossa solo vestiti a pois,
che se sul braccio ne trovi una
puoi stare sicuro che avrai fortuna.
(N.Codignola)




FIABE DA CANTASTORIE


Mi piace raccontare storie ai bambini...non solo leggere libri illustrati, ma anche, e soprattutto, narrare loro storie utilizzando piccoli particolari per la messa in scena del mio racconto, mimarne altri con  il corpo o con la voce.
È un piacere che si è costruito negli anni, dopo numerose esperienze di letture ad alta voce e dopo aver selezionato libri e storie che hanno trasmesso a me la "magia" del racconto.
Uno dei momenti preferiti per il narrare storie è appena prima del riposo pomeridiano...ormai i racconti sono un atteso appuntamento quotidiano, un rito accompagnato dal gesto del "coprire" i bambini...
Mentre passo tra una branda e l'altra, coprendo ad uno ad uno i bambini, racconto di piccoli animali dei boschi, di maghi, fate, principesse e cavalieri.
Un piacevolissimo racconto che ho riscoperto da poco è quello di TIPO TOPO ED IL MAGO MANGIACIPOLLE tratto da una raccolta della De Agostini dal titolo "Maghi, draghi e cavalieri"

Tipo Topo e il mago Mangiacipolle
C’era una volta un cavaliere che si chiamava Tipo Topo ed era così piccolo, ma così piccolo, che avreste potuto tenerlo sul palmo di una mano.
Un giorno montò sul suo cavallo, che era anch’esso piccolo piccolo, e galoppò sino a un Castello dove tutti erano tristi e si lamentavano.
“Cosa vi è successo?” chiese loro Tipo Topo.
Il Re del Castello lo fece salire sul palmo della sua mano e gli disse:
“Devi sapere che qualche mese fa è arrivato nel mio regno un… un…”.
Ma non riuscì a continuare e cominciò a piangere.
“E’ forse arrivato un terribile Drago da Battaglia?” gli chiese allora Tipo Topo. “O uno spaventoso Serpente Sputafiamme e Mangiabambini?”
“Ahimè, molto peggio” disse il Re, “E’ arrivato mago Mangiacipolle!”
E così dicendo gli spiegò che questo mago non era poi un cattivo mago. Ma aveva un difetto. Gli piacevano così tanto le cipolle che ovunque si fermasse, con la sua bacchetta magica, trasformava in cipolle tutto ciò che gli capitava a tiro: le pere sui peri, le mele sui meli, le uova nei panieri, l’uva, le noci, il pane caldo e persino le torte alla panna!
“Povero me!” disse il povero Re. “Non ne posso più di mangiare cipolle a colazione, a pranzo e a cena!”
Tipo Topo si commosse così tanto per le lacrime del Re, che quando scese la notte montò a cavallo e si diresse verso la casa del mago.
Toc, toc, toc.
“Chi è che bussa alla mia porta?” chiese mago Mangiacipolle.
Ma quando aprì la porta non vide nessuno. Neppure quel minuscolo cavaliere che saettò veloce sotto le sue gambe e raggiunse di corsa la cucina.
Qui Tipo Topo rovesciò la cipolla più rossa e più grossa che riuscì a trovare, la scavò con la sua spada che era piccola ma affilatissima, e ci si nascose dentro.
“Mmmm, che appetito…” disse il mago, quando venne l’ora di cena. “Ho proprio voglia di sgranocchiare una cipolla rossa e grossa.”
Ora dovete sapere che non è così facile sgranocchiare una cipolla rossa e grossa, se dentro si è nascosto un cavaliere piccolo ma furbo come Tipo Topo.
E infatti non appena mago Mangiacipolle allungò la mano per prenderla, sentì una voce che gli diceva:
“Ehi! Non avrai mica intenzione di mangiarmi, vero?”
“Chi ha parlato?” chiese il mago.
“Io, la cipolla!”
“Una cipolla che parla?” si stupì il mago.
“Solo se qualcuno vuole mangiarmi. Non ti aspetterai che stia zitta mentre tu mi sgranocchi in un solo boccone, vero?”
“Oh, ah!” disse il mago, che si era preso un bello spavento. Si allontanò dalla cucina, chiamò la cameriera e le disse:
“Non mi sento molto bene, credo che andrò a letto senza cenare. Tu però portami in camera la cipolla più grossa che trovi in magazzino, la mangerò domattina presto, appena mi sveglierò.”
La cameriera obbedì e poco dopo un’altra cipolla rossa e grossa venne portata su un vassoio d’argento nella camera del mago.
Ma chi c’era, nascosto dentro la cipolla?
Cavalier Tipo Topo naturalmente! Che a mezzanotte in punto, cominciò a piangere e a lamentarsi.
“Chi è che piange in piena notte?” chiese mago Mangiacipolle, accendendo la luce e stropicciandosi gli occhi.
“Io, la cipolla”
“Una cipolla che piange?” si stupì mago Mangiacipolle.
“Solo se qualcuno vuole mangiarmi” rispose la cipolla. “Non ti aspetterai che io non pianga, sapendo che domattina mi mangerai in un solo boccone, vero?”
“Oh, ah!” disse il mago, che si era preso un bello spavento. Spense la luce, si rigirò nel letto e provò a riaddormentarsi. Ma non ci riuscì affatto. Perché la cipolla, per tutta la notte, non smise un attimo di piangere e di lamentarsi.
“Oh, povero me!” disse mago Mangiacipolle, alzandosi la mattina dopo con la testa che gli faceva male, ma soprattutto con lo stomaco vuoto che brontolava. Così andò subito nell’orto per raccogliere una cipolla fresca fresca che non facesse tante storie, se qualcuno voleva mangiarla.
Scelse quella più grossa e la portò alla bocca. E in quel momento Tipo Topo, che si era nascosto ancora una volta dentro la cipolla, sfoderò la sua piccola spada e con un colpo ben assestato punse la lingua di mago Mangiacipolle.
“Ohi, ahi!” si lamentò il mago, saltellando per tutto l’orto su una gamba sola. “Da oggi” giurò solennemente, “non mangerò mai più una cipolla!” E così dicendo prese la sua bacchetta magica e fece sì che tutte le pere del regno tornassero sui peri, le mele sui meli, le uova nei panieri e che anche tutto il resto tornasse buono e saporito com’era prima.
Solo quel punto Cavalier Tipo Topo uscì dalla cipolla e senza farsi vedere trottò verso il castello del Re, per dargli la buona notizia. Il Re per ringraziarlo organizzò per lui una grande festa. Ma prima lo supplicò di fare un bel bagno. Perché il piccolo cavaliere, a forza di star chiuso dentro le cipolle, profumava anche lui come una… cipolla!





LIBRI E RACCONTI PER LA STAGIONE INVERNALE

"Un guantino di lana"
raccontato da Diane Barbara, edizione Mottajunior, collana Le Cornamuse


è uno dei miei racconti preferiti da leggere nella stagione invernale...si, perché è fresco come una corsa nella neve ghiacciata e morbido come l'interno di una calda muffola invernale!
Trama: Un guanto rosso è andato perso nella gelida neve invernale;  lo trova un piccolo topino infreddolito che vi si rifugia dentro; ma ben presto altri animali arrivano nei pressi del guantino e bussano ed entrano cercando un po' di calore. Uno dopo l'altro entrano e si accalcano al suo interno. L'ultima, la signora formica, nonostante sia la più piccola,  è veramente la goccia che fa traboccare il vaso e  fa si che il guanto scoppi in mille pezzi lasciando , così, i malcapitati animali seduti sul manto nevoso a guardar male la formica "pasticciona".



Notte stellare



Dicembre 2018: "Notte stellare " (colori acrilici e gesseti) by Miss Tupsi




Filastrocca del narratore:

Cuore di fiaba che c'era una volta
Fammi trovare un bambino che ascolta
Come un curioso scoiattolo attento
Trova una storia e legge contento
Ride se è buffa, piange se è triste
Si meraviglia di cose mai viste
La storia è bella, la voce è pronta
Ma resta muta se non la racconta
La sera è poca, la fiaba è molta
Voglio un bambino che ascolta.
(Bruno Tognolini)



PULCETTE A NATALE

Eccolo, appena arrivato con il corriere..."Bugs at Christmas" di B. Alemagna, una nuova avventura delle pulcette da leggere ai miei bambini....
Una nuova avventura delle piccole amiche che ancora una volta si trovano in disaccordo riguardo al modo "giusto" per festeggiare il Natale.
Una riflessione sulle diverse tradizioni familiari per concludere che non c'è un solo modo per festeggiare il Natale ma c'è un solo modo per essere felici...stare insieme...



 Questi, invece, sono alcuni dei biglietti di auguri realizzati dai bambini:






BUON NATALE DALLA PULCETTA GRASSOTTELLA

"Bugs at Christmas" di B. Alemagna, è il titolo del libricino con cui ci avvicineremo al Natale.
Le nostre amiche pulcette si incontrano per pianificare le celebrazioni natalizie.
Ogni pulcetta ha una sua tradizione da rispettare: per la pulcetta grassottella è preparare un dolce natalizio, per la pulcetta gialla è cantare alcune canzoni, per la pulcetta dai grandi occhi è accendere tante candeline ecc.
È difficile scegliere come festeggiare tutte insieme!
Una bella nevicata fa dimenticare ogni disaccordo...perché non c'è un solo modo per festeggiare ed il bello è stare insieme.
La lettura funge da pretesto per realizzare il bigliettino di Natale usando la tecnica della tempera spugnata su alcune "maschere" di cartoncino appositamente preparate.




Ed ecco la nostra Pulcetta in versione natalizia





ACCOGLIENZA
Un gioco per tutti

IL MEMORY DELLE PULCETTE


Ho realizzato le tessere in cartoncino resistente disegnando i personaggi delle diverse pulcette con le caratteristiche dei pupazzetti che avevo preparato.






LA SETTIMANA DELLE PULCETTE

Per supportare le routines del calendario ho separato le parti della filastrocca riguardanti i diversi giorni della settimana:




La settimana delle Pulcette

Questa è la storia delle pulcette
che diventarono tutte "amichette".
LUNEDÌ la pulcetta grassottella
si mangiò a cena una sola caramella.
MARTEDÌ la pulcetta magretta 
uscì dal materasso e fece un giro in bicicletta.
MERCOLEDÌ la pulcetta gialla
si diverti a giocare con la palla.
GIOVEDÌ la pulcetta dai grandi occhi
raccolse nell'orto un cesto di finocchi.
VENERDÌ la pulcetta dalle gambe lunghe
osservò nel cielo tante nuvole "bislunghe".
SABATO la pulcetta multicolore
annuso' per ore un bellissimo fiore.
DOMENICA le pulcette riempirono di leccornie una gran cesta
ed uscirono insieme per fare una festa.

Ogni giorno un bambino dovrà completare la carta relativa al  giorno della settimana con le figurine del personaggio, dell'oggetto della sua azione e del tempo meteorico.

Queste sono le figurine plastificate dei personaggi (ho cercato, il più possibile, di rappresentare i pupazzetti che ho realizzato con la stoffa):



Ecco, invece, le figurine relative all'oggetto dell'azione delle pulcette nelle varie parti della filastrocca:



Ed infine le figurine tra cui scegliere il tempo meteorico relativo al giorno della settimana in cui ci si trova:


Lunedì vedrò se la mia proposta sarà gradita dalle "pulcette" della mia classe!




La settimana delle Pulcette

Questa è la storia delle pulcette
che diventarono tutte "amichette".
LUNEDÌ la pulcetta grassottella
si mangiò a cena una sola caramella.
MARTEDÌ la pulcetta magretta 
uscì dal materasso e fece un giro in bicicletta.
MERCOLEDÌ la pulcetta gialla
si diverti a giocare con la palla.
GIOVEDÌ la pulcetta dai grandi occhi
raccolse nell'orto un cesto di finocchi.
VENERDÌ la pulcetta dalle gambe lunghe
osservò nel cielo tante nuvole "bislunghe".
SABATO la pulcetta multicolore
annuso' per ore un bellissimo fiore.
DOMENICA le pulcette riempirono di leccornie una gran cesta
ed uscirono insieme per fare una festa.

Questa è la filastrocca che ho pensato per accompagnare le attività delle routines del calendario.



ACCOGLIENZA

Nel paese delle pulcette


Da questo bel racconto di Beatrice Alemegna riceveremo le attività di questi primi mesi di scuola con il nostro maxi gruppone di bimbi di 3 anni.
Per l'occasione mi sono preparata i pupazzetti dei personaggi, utilizzando, come l'autrice, stoffe, nastri, fili, cordini di materiali diversi.
Ho cercato di dargli anche una connotazione sensoriale e perciò una pulcetta è stata imbottita con foglie e fiori di lavanda essiccata, un'altra pulcetta contiene alcuni campanellini, la protagonista, pulcetta grassottella, è riempita con chicchi di riso.
Anche a livello tattile ho cercato di alternare materiali particolarmente morbidi ad altri più ruvidi e consistanti.
Ecco le mie pulcette, ve le presento....pulcetta grassottella, pulcetta gialla, pulcetta multicolore, pulcetta magretta, pulcetta dai grandi occhi e pulcetta gambe lunghe.


Non mi resta che vedere cosa ne penseranno i bambini!




RICCIOLI D'ORO ED I TRE ORSI


Per raccontare le storie ai miei bambini spesso utilizzo dei pupazzetti a guanto da me realizzati con il panno lenci. Dopo Cappuccetto Rosso, I tre porcellini ed il lupo e dopo i personaggi del libro di Ciacio in queste ultime settimane mi sono dedicata ad una altra storia per me simpatica: 
RICCIOLI D'ORO ED I TRE ORSI

eccoli, ve li presento....Riccioli d'oro...Mamma orsa, Papà orso e Piccolo Orso










PIUMA CI FA SCOPRIRE GLI ANIMALI CHE VIVONO AL FREDDO

Un libro che amo leggere ai bambini nel periodo invernale...anzi, i libri, visto che si tratta di più avventure... sono quelli illustrati da HANS DE BEER per la Nord-Sud edizioni, che narrano le avventure dell'orsetto polare Piuma.
"Piuma, dove vai?" "Piuma nel paese delle tigri" ecc. ci consentono di fare belle considerazioni sul mondo animale e sui diversi habitat oltre che raccontare in maniera tenera e divertente il tema dell'amicizia.








C'era una volta...


Eccomi, sono pronta....
Il teatrino lo ha preparato il nonno Raimondo, simile a quello che mi aveva prestato la mia amica Daniela, i pupazzetti a guanto li ho cuciti io durante queste vacanze di Natale.
Il panno lenci si presta bene a questo tipo di creazioni e da soddisfazione poiché è molto colorato.
Ho preparato il materiale per poter raccontare la favola de "I tre porcellini" ed altri per poter raccontare la storia del coniglietto Ciacio ( tratta dal libro "Ciacio al polo", di S.Khoury).














Questa storia è stata inventata dai miei bambini in occasione della Festa degli Alberi:


L’ALBERO EDO

L’albero Edo si trovava in un grande bosco dove vivevano anche  lupi,  volpi,  lepri, scoiattoli ed altri animali selvatici e dove c’erano anche tanti fiori.
Gli animali del bosco volevano molto bene ad Edo, giocavano spesso a nascondino con lui oppure 1, 2, 3…stella o si arrampicavano su di lui.
Era arrivato l’inverno e l’albero Edo aveva tanto freddo…addirittura nevicava!
Edo aveva perso le sue foglie che fino ad allora lo avevano riscaldato ed ora erano finite tutte per terra.
I suoi amici animali volevano aiutarlo ed allora andarono a raccogliere tutte le foglie cadute e ci fecero una bella coperta che aveva bellissimi colori (giallo, marrone, arancione, rosso), la cucirono per bene e poi gliela misero addosso.

Una volta che Edo fu al calduccio poté andare anche lui a riposare perché l’inverno era freddo e la primavera era ancora lontana.









Alfabeti di storie
"Ricicreando"...con la fantasia


Oggi pubblico una delle attività che prediligo fare con i bambini di 5 anni....ossia inventare insieme delle storie, spesso un po' "bislacche", sempre originali!

Solitamente partiamo dai suoni delle lettere; cerchiamo tutte le parole che ci vengono in mente che iniziano con una determinata lettera, all'inizio per aiutarli utilizzo indovinelli ed eventualmente immagini,  ma già dopo qualche settimana il gioco riesce facile!

Ed ecco alcune storie divertenti:

















































La pianta delle pantofole


Giochi di fantasia per inventare storie:

Una storia può nascere da due parole. Due parole scelte a caso. Però occorre saperle scegliere. Devono essere il più possibile l’una estranea all’altra. Poniamo che siano state scelte le due parole: pianta e pantofole; dal loro incontro nasce subito l’immagine di una “pianta delle pantofole”.
Gianni Rodari ha giocato con queste parole creando una buffa storia con un finale aperto…a tante possibilità.

Oggi ho parlato ai bambini di questo scrittore ed è riuscito semplice creare per gioco questa breve e fantasiosa storiella.


La pianta delle pantofole inventata dai bambini di 5 anni

Un bambino di nome Alex indossava spesso un bel paio di pantofole perché aveva sempre freddo ai piedi.
In casa ne aveva tante, almeno 500, tutte diverse tra loro (di pelliccia, di stoffa, con disegni di pirati o Cars o fatine oppure unicorni).
Un giorno, mentre andava a fare una passeggiata, vide un coniglio su un albero e per farlo scendere dovette arrampicarsi sulla pianta ma perse le pantofole che si impigliarono nei suoi rami.
Alex si accorse che senza le pantofole si arrampicava ancora meglio e così riuscì a salvare il coniglio ma non riuscì a prendere le sue pantofole che rimasero, perciò, sulla pianta. Alex si consolò, dicendo: ”Beh, fa lo stesso, tanto a casa ne ho altre paia!”
Le pantofole rimaste sull’albero diventarono, invece, una comoda e calda tana per un piccolo scoiattolo.


Abbiamo, poi, letto la storia inventata da Gianni Rodari...e prima di scoprirne il finale d’autore ci siamo messi a pensare a cosa avremmo fatto se noi fossimo stati nei panni del contadino Pietro ed avessimo trovato nel nostro frutteto una pianta piena di pantofole:

Anna – “Le stacco, me le metto, le porto a casa”

Samuele –“Ci si potrebbe fare un negozio di pantofole”

Chiara – “Le può vendere al mercato”

Alex – “Ne stacca poche e le da ai suoi amici”

Fahd – “Le stacca tutte per i suoi amici”

Beatrice – “Anche io le staccherei un po’ per i miei amici…”
L'ELEFANTE ETTORE



Ecco la seconda delle nostre storie inventate, questa volta cercando "tutte le parole che iniziano con la E".  

UN ELEFANTE DI NOME ETTORE VIVEVA IN UNO ZOO CON ALTRI ANIMALI.
UN GIORNO C’ERA UN ELICOTTERO CON TANTE SPINE SULL’ELICA CHE VOLAVA SOPRA ALLO ZOO.
LO GUIDAVA UN ERMELLINO DI NOME EMIR CHE VOLEVA LIBERARE TUTTI GLI ANIMALI.
IN TESTA AVEVA UN ELMO PER PROTEGGERSI COSì NON SI FACEVA MALE.
L’ERMELLINO LEGO’ AL GANCIO DELL’ELICOTTERO DELLE ARACHIDI E LE USO’ COME ESCA.

L’ELEFANTE ETTORE SI ATTACCO’ AL GANCIO PER PRENDERE LE ARACHIDI E COSì VENNE LIBERATO DALLE SBARRE E POI LASCIATO A TERRA.
PURTROPPO, PERò, NON SI ACCORSE CHE Lì VICINO C’ERA UN ESCAVATORE CHE STAVA SCAVANDO UNA BUCA MOLTO POFONDA E CI FINì DENTRO.

L’ERMELLINO ANCORA UNA VOLTA LO ANDO’ A SALVARE PORTANDOGLI UNA SCALA DI EBANO MOLTO RESISTENTE.


ALFABETI... DI STORIE ...


A...come....


UN’AQUILA, DI NOME ANDREA, ANDAVA A PRENDERE UN PESCE NEL FIUME, QUANDO INCONTRÒ L’ANATRA ALEX CHE CERCÒ DI RUBARGLIELO. APPENA CI RIUSCì LO ANDÒ A NASCONDERE IN UN ARMADIO CHE SI TROVAVA SOPRA AD UN GRANDE ALBERO.

L’AQUILA ANDREA, ALLORA, VOLÒ SULL’ALBERO E CERCÒ DI PRENDERLO MA C’ERA DI GUARDIA UNA ANACONDA MOLTO AFFAMATA.

L’AQUILA ANDREA LE PORTÒ UN PIATTO DI API ED ANOLINI IN BRODO E, COSì, RIUSCì A RIPRENDERSI IL PESCE.

 Questa breve storia l'hanno inventata  i bambini di 5 anni utilizzando tutte le parole che iniziano con la lettera A che sono riusciti a "scovare"!

FILASTROCCHE PREFERITE


Un piccolo repertorio di filastrocche che provengono dai contesti familiari dei miei bambini dello scorso a.s. (Finalmente le ho ritrovate... disperse nella mia borsa da Mary Poppins!)

IL CODINO DI UN TOPINO
Il codino di un topino fuor da un buco un dì spuntò.
Venne il gatto, quatto, quatto e coi denti l'afferrò.
Il topino, poverino, pianse e si disperò.
Proprio allora, questa è bella, un gran cane capitò
ed il gatto, quatto, quatto, impaurito se ne andò.
Il topino il suo codino dentro al buco ritirò.
(da Nicolò)



  
CATERINA DAI CORAI (CATERINA DAI CORALLI)
CATERINA DAI CORAI
LEVA SU CHE CANTA I GAI.
I GAI E LA GALLINA,
LEVA SU CHE L'E MATINA
(da Giorgia)
Pimpirulin
Pimpirulin piangeva
voleva mezza mela.
La mamma non l'aveva,
Pimpirulin piangeva.
A mezzanotte in punto
passava un aeroplano
e sotto c'era scritto:
"Pimpirulin sta zitto!"
FILASTROCCA DEL TOPOLINO
-Topolino, topolino, cosa fai nel mio giardino?
- Mangio l'uva.
- E la chiave?
- E' sotto il trave.
- Il permesso?
- Fa lo stesso!
- Se ti acchiappo?
- Io scappo!
(da Viola)

GIOCARE A FARE POESIA
(a 8/9 anni)

Consegna della maestra: Inventa alcuni versi sul vento utilizzando parole con tante V


Il Vento

Il vento avvolge le vette più alte.
Ma invano!
Avvilito,
vola via tra le valli.

(Miss Tupsi, 22 marzo 2015)



L'ALVEARE E' IN PERICOLO


Bzzzzzz! Bzzzzzzzzzz!
Aspettando la Primavera le mie Api laboriose "ricicreano" una vera arnia!
Pat, Pat (pacca sulla schiena)...Ma come siamo bravi (e modesti)!
Abbiamo utilizzato: confezioni di cartone delle uova, cartone da imballaggio alveolato, scatole/cassette da imballaggio di cartone, contenitori in plastica delle sorprese degli ovetti di cioccolato, ritagli di carta colorata.






L'ALVEARE E' IN PERICOLO


Questa breve "storiellina" è stata inventata qualche settimana fa dalle Simpatiche Canaglie che, quando vogliono, sanno lavorare operosamente proprio come le api...

In un bosco di Castell’Arquato viveva un calabrone molto cattivo. Aveva fatto il suo nido vicino ad un alveare che era attaccato ad un albero.
Il calabrone voleva uccidere le api per potere dare il miele al suo amico orso Bruno.
Il calabrone andò a chiamare un esercito di grandi calabroni suoi amici.

“Attacchiamo le api dell’alveare, forza!”, disse, ed allora i calabroni si misero un piccolo elmo, presero le armi e partirono in volo verso l’alveare.

Qui c’erano le api guardiane che subito andarono ad avvertire l’ape Regina e le altre api.



La regina mandò alcune api a chiamare il loro amico ragno Spider che costruì una fortissima ragnatela che ricoprì tutto l’alveare. Quando arrivarono i calabroni, si appiccicarono alla ragnatela tutti quanti.
Il ragno Spider tolse loro il pungiglione così non potevano più fare male alle api.







Alla fine tutte le api dell’alveare fecero una festa, invitarono il loro amico Spider e volarono danzando su tutti i fiori.






UNA LETTURA SAGGIA...



“ Il vigliacco di oggi è il bimbo che schernivamo ieri;

l’aguzzino di oggi è il bimbo che frustavamo ieri;

l’impostore di oggi è il bimbo che non credevamo ieri;

il contestatore di oggi è il bimbo che opprimevamo ieri;

l’innamorato di oggi è il bimbo che carezzavamo ieri;

il non complessato di oggi è il bimbo che incoraggiavamo ieri;

il giusto di oggi è il bimbo che non calunniavamo ieri;

l’espansivo di oggi è il bimbo che non trascuravamo ieri;

il saggio di oggi è il bimbo che ammaestravamo ieri;

l’indulgente di oggi è il bimbo che perdonavamo ieri;


l’uomo che respira amore e bellezza

è il bimbo che viveva nella gioia anche ieri.”

(Ronalda Russel)

"PER TUTTI I POLLI HANNO RUBATO IL SOLE"

Questa estate Miss Tupsi ha avuto a che fare con i suoi primi "compiti delle vacanze" e con i primi libricini da leggere da sola.
Oggi si è appassionata con un libricino davvero simpatico dal titolo "Per tutti i polli hanno rubato il sole" di C. Jolibois e C. Heinrich (Nord-Sud edizioni) che si addice come prima lettura per i bambini della scuola primaria.
Le è piaciuto perché "è un libro che fa ridere!".


Il libro che ha tante simpatiche illustrazioni parla di due piccoli polli, Carmen e Carmelito, e del loro papà che tutti i giorni fa sorgere il sole al canto del suo Chicchirichì. "Un giorno - mi racconta Miss Tupsi con le sue parole- il gallo non riesce a fare sorgere il sole, continua a piovere per giorni e giorni ed alcuni polletti lo vogliono mandare via perché non è più capace di fare arrivare il sole. Carmen e Carmelito decidono di andare a cercare il sole e usano un girasole che, si sa, sta sempre girato verso il sole.
Dopo un po' di avventure il girasole li conduce a un mulino dove abitano i fratelli Mongolfier. Nella loro soffitta trovano il sole imprigionato (loro non lo sanno, ma in realtà era una mongolfiera) e lo liberano volando poi fino al loro pollaio e arrivano proprio nel momento in cui il vero sole torna a risorgere."
La storia è piaciuta anche a me, è simpatica, c'è qualche elemento storico e delle belle illustrazioni....


1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravissima Lore, quotiamo il tuo lavoro. Magia